E’ sabato 15 aprile, ore 7.30. Oggi tocca a me aprire il box; è un giorno particolare: il mio box ospita il secondo degli eventi che con un gruppo di amici quest’anno abbiamo deciso di organizzare, un circuito, senza gara, con l’unico obbiettivo di incontrarci ed allenarci insieme. Sì, sto parlando di crossfit, una sana droga della quale fanno uso tante persone da oltre un decennio e, in modo particolare, il mio gruppo di amici che ne assume ormai in quantità smisurata.
Sono gli amici che sto attendendo; un gruppo composto da uomini e donne con oltre mezzo secolo di vita sulle spalle, con storie ed esperienze personali diverse, conosciuto nel tempo sui campi di gara. Ed è durante una di queste gare, per gioco, che è nata l’idea di creare una semplice chat su WhatsApp, un veicolo che ci serviva per appagare l’esigenza di mantenerci in contatto, dislocati in diverse regioni italiane, ma accomunati da un’idea di sport comune. Una chat composta dapprima da 5/6 persone arrivata con il tempo ad ospitarne 91: al pari di un treno che continua ad imbarcare passeggeri, senza far scendere nessuno. Avanti salite, c’è posto sempre per tutti.
Un gruppo di folli e masochisti, dicevo, gente con oltre 50 e più anni sulle spalle, acciacchi vari, che si trova nel mezzo di un mondo di giovani super performanti, con ego smisurato, che passa il proprio tempo a pubblicare sui social allenamenti, pr, performance, outfit perdifiato, glutei solidi, addominali luccicanti, ecc. Noi, fuori tempo, old style; noi che siamo nati e cresciuti in un tempo in cui lo sport ha sempre avuto un solo ed unico significato: divertimento e passione, cuore e sudore. Noi che ad ogni gara di crossfit abbiamo dovuto (e dobbiamo) elemosinare l’apertura all’intera nostra categoria di qualche posto, un piccolo spazio anche per noi: e quando ci viene concesso, veniamo buttati nel mucchio, lì insieme agli altri, con standard invariati nonostante abbiamo il doppio dell’età di chi gareggia ed il triplo degli acciacchi. Una cosa che mi ha sempre fatto incazzare durante le (poche) gare alle quali ho partecipato era l’appellativo con cui tutti ci appostrofavano… ”simpatici”... noi lì a sputare il sangue sul floor, senza mai mollare, senza mai fare una polemica per una rep non data, senza mai muovere un insulto ad un judge, incitando i compagni a finire il wod, ad arrivare fino in fondo. Simpatici?? No (o forse anche si), gente però con le palle che gli fumano, uomini e donne che muovono la società e che sui campi di gara vuole fare sport vero, con lo spirito giusto, senza fronzoli e senza ego. Il primo ed unico italiano a salire (ed a rimanerci) sul podio dei games è uno di noi, cazzo! Da lì l’idea di creare questo circuito, dedicato a noi “vecchietti”.
Ecco, iniziano ad arrivare gli amici con cui ho condiviso ieri sera la cena; cominciamo a preparare il campo, a disporre i box ed i bilancieri per il primo wod, le manleve e tutto il resto. Arrivano gli altri; volti nuovi che fino a 5 minuti prima erano solo una spunta di un messaggio letto… tanti volti nuovi. Ci si guarda negli occhi, ci si presenta, ci si abbraccia..ci viene naturale tra noi vecchi, siamo sentimentali con i lacrimoni.
Ecco ci siamo tutti.
Inizia il briefing. Vittorio e Fabio spiegano i 3 wod che ci attendono questa mattina. Wod magnifici, vecchio stile, niente cose da circo o da funamboli, 3 wod dove occorre pedalare (e tanto), old school come noi. Si predispone la prima line, parte il timer, go!!! Ora si spinge sul serio. Si pedala, tanto. Chi finisce, aiuta gli altri sul campo gara, li incita, da indicazioni su come muoversi, su come respirare, sul tempo, non si lasciano da soli mai i compagni sul campo gara. Primo wod andato, ora è tempo del grace e poi segue l’ultimo dei wod, quello a team.
Sono wod creati dalla magia di Vittorio e Fabio con una formula perfetta: due da indivdual e l’ultimo a team, per cementarci di più. E’ finito anche l’ultimo wod. Nessuno di noi si è risparmiato, abbiamo dato tutto quello che avevamo, per noi e per gli altri. Distrutti, pieni di dolori, i muscoli a pezzi, ci si guarda tutti negli occhi, felici e fieri di quello che abbiamo fatto. Questa è un’immagine che mi riporta indietro nel tempo, di quando si aspettava sul campo di calcio l’amico con il pallone: arrivava, era una felicità e si cominciava a giocare per ore, ci si azzuffava, senza badare a cadute, polvere, graffi ecc. si terminava, si era felici e non si vedeva l’ora di ricominciare il giorno dopo.
Ecco oggi è così, come 40 anni fa. Muscoli e cuore, tanto cuore, tanta passione: è quello che ciascuno di noi dedica all’altro, perché ciascuno di noi sa che il compagno che è nella line accanto darà il massimo…è il rispetto reciproco che ci unisce, ci fa dare il massimo.
Ora inizia il nostro terzo tempo, il wod 4..a tavola con i calici di birra a brindare tutti insieme, a ridere e scherzare a fare in modo che questa giornata continui ancora, ancora ed ancora, con la testa al prossimo evento ed alla prossima gara prima di ritornare ai problemi di ogni giorno. Siamo uomini e donne che fuori dal box abbiamo il peso delle nostre e delle esistenze di tanti altri. Ma non smettiamo di sognare. Lo so, la prossima volta sarà meglio, perché noi tutti ogni volta ci mettiamo ancora di più cuore e passione, noi ci crediamo.. noi siamo Masters Legends!!!!!
Grazie Luigi articolo stupendo, mi ha commosso. Condivido ogni parola 👏👏👏
Che bello
Luigi grande articolo per un grande gruppo di MASTER LEGGENDARI.
Un gruppo di amici che ama lo sport. Bellissimo articolo, felice di esserci
Fantastico… sei riuscito a farmi commuovere … grazie Gino‼️
come tradurre in parole i sentimenti che ogni volta che ci ritroviamo mi aiutate a vivere..🫶